Padova-Triestina è una partita che si lega indissolubilmente al ricordo di Nereo Rocco, il Paròn che ha fatto la fortuna e la storia di entrambe le società prima di vincere tutto sulla panchina del Milan.
La leggenda di Rocco è tramandata dalle parole autentiche e commosse dei due figli, Tito e Bruno (in foto assieme a papà Nereo in una foto del 1970): sempre sinceri, disponibili e affabili nel linguaggio con la stessa vivacità che chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, direbbe del padre.
Il posticipo di lunedì è particolarmente sentito anche dai due fratelli che per anni hanno abitato a Padova: Tito vi si è laureato mentre Bruno, che a Padova tuttora ha una figlia, ci ha giocato parecchie volte con indosso la maglia della Triestina nel ruolo di mediano. Abbiamo chiesto loro di fare un pronostico sulla gara dell’Euganeo.
Tito, tra i due è il più fiducioso: “Penso che vedremo una partita aperta a tutti risultati: in questo momento sul piano del gioco il Padova è la squadra che ritengo più solida ed attrezzata ad uscire dal campo con i tre punti. La Triestina dal canto suo ha saputo dotarsi di una bella rosa di giocatori che sono sicuro sapranno esprimersi non appena questo fardello del Covid allenterà la sua morsa. Seguo entrambe le squadre la domenica, stimo molto Mandorlini (tecnico del Padova ed ex della gara, n.d.r.) che è un mio grande amico ed un gran professionista ma per la Triestina questa è un’occasione per riscattare le ultime prestazioni. Un pronostico? Potessi scegliere direi pareggio, che non fa male a nessuno - ma poi ripensa - beh forse anche una vittoria della Triestina, che in questo momento ne ha più bisogno”.
Bruno è più pragmatico: “Per la famiglia Rocco in effetti è una partita che ci sta molto a cuore, il Padova è sempre nei nostri ricordi. Spero che la Triestina riesca a portare a casa una vittoria altrimenti la situazione potrebbe aggravarsi, come se gli otto punti di distacco dalla prima non fossero già tanti. Con il cuore? Tiferò assolutamente Triestina e mi aspetto di vedere tanta grinta in campo perché senza grinta non si può salire. La sconfitta di domenica deve dare uno scossone al gruppo”. E poi, con un triestino che sarebbe ingiusto tradurre, ammesso che renderebbe: “No cori giogar ben, bisogna vinzer”.