Trieste, 27 Aprile 2025

Il ruolo di libero? Inventato a Trieste. E non da Nereo Rocco...

09 Gennaio 2024 Autore: Gabriele Lagonigro

Non può certo essere celebrato come colui che ha sdoganato il ruolo di libero perché all'epoca lo utilizzavano anche altri ma di certo il nome di Nereo Rocco è fortemente legato al modulo con i tre "marcatori" più un uomo alle spalle.

Nella giornata in cui il calcio piange il più grande libero di tutti i tempi, Franz Beckenbauer, c'è un bel po' di Trieste a ricordare i più fedeli amanti di questo schema. Rocco, appunto, che a volte - a torto - è considerato l'inventore del catenaccio italiano. Ma le sue squadre sapevano anche divertire e fare gol. E poi, per chi ha lunga memoria, c'è un altro tecnico delle nostre latitudini, Mario Villini, nome italianizzato di Mario Wilfling, nato a Pola nel 1903, prima centrocampista con la Polese, il Grion Pola, lo storico Ponziana, il Padova e la Triestina, e poi allenatore con l'Unione, fra il 1936 e il 1946, e ancora Fanfulla, Cremonese, Venezia, Taranto, Barletta, Acireale, Calangianus e Aosta. E' Villini, scomparso nel 1986, ad essere considerato da molti l'inventore del ruolo del libero, un modulo precursore del gioco "all'italiana", che molti poi attribuirono a Rocco ma che in realtà aveva origini istriane...

Da Franz Beckenbauer ai nostri Scirea, Baresi e Di Bartolomei, per citare i più grandi. E, al Grezar, Giuseppe Mascheroni, protagonista della Triestina di Buffoni che vinse il campionato di Serie C 1982/83, quello con la coppia Ascagni - De Falco a divertire un'intera città. Un gran bel giocatore, Mascheroni, vecchio stile, con oltre 200 presenze in alabardato e zero gol, per capire come, all'epoca, il libero difficilmente superasse la metà campo. Un calcio d'altri tempi. In sedici anni di carriera professionistica e oltre 500 partite di reti ne fece tre, per intenderci. Tutta un'altra epoca.


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