Cinque mesi a rincorrere chissà quale chimera, dieci giorni per plasmare una squadra. C'è voluta mezza stagione gettata al vento per capire che parte della soluzione ai problemi era già sotto contratto (l'altra parte era l'individuazione di un dirigente “da campo”). Tra un mesetto scarso si cercherà di chiudere il cerchio tappando le falle di un mercato estivo fallimentare ma, come dichiarato da Daniele Delli Carri e Attilio Tesser nel giorno del loro insediamento, la Triestina non mira a vivacchiare per poi fare “all in” sulla finestra di riparazione e i quattro punti ottenuti contro Padova e Vicenza lo dimostrano.
Salvarsi non sarà facile, la classifica rimane complicata e d'altro canto il ritardo accumulato era troppo per pensare di cancellare tutto con una vittoria. Ma è altrettanto evidente che l'Unione ha cambiato pelle e la squadra vista ieri, tornata al successo dopo 16 partite, riaccende speranze che erano ormai sopite. “Sta uscendo il gruppo, la comunicazione reciproca tra tutti in campo è fondamentale e ti aiuta a dare di più. Forse prima questo mancava” ha dichiarato ieri, dopo la partita con il Vicenza, Mattia Tonetto, per certi versi un simbolo del nuovo corso, visto che prima non vedeva campo (“ero recuperato e a disposizione dall'ultima partita di Santoni, poi fisicamente sono sempre stato bene”) per fare posto a Bijleveld. Per il resto, la rivoluzione di Tesser non è stata poi così stravolgente nello schieramento e negli uomini, ma ha rivoltato la squadra nel modo di stare in campo, anche mentalmente. Lasciate alle spalle la teoria mal messa in pratica da Santoni e il tentativo di fare l'uomo solo contro tutti di Clotet, finalmente la Triestina è una squadra di calcio.