Trieste, 27 Dicembre 2024

Consigli per gli acquisti: Pizzul in difesa e Jelenic in mezzo?

31 Maggio 2023 Autore: Luca Henke

Sono trascorse più di cinque settimane dalla “battaglia di Crema”, quel folle pomeriggio in Lombardia, uno dei più clamorosi ed importanti tra tutti quei piccoli miracoli che la Triestina ha vissuto nell’ultima fase di campionato. Cinque settimane fa, di fatto, si dava seguito alla speranza di mantenere la categoria, perché Adorante a tempo pressoché scaduto spalancava le porte dei playout ad una squadra virtualmente retrocessa fino a pochi minuti prima. Ebbene, ora che - come sappiamo, in seguito all’ultimo sussulto di Seregno - la categoria è stata mantenuta, perché non iniziare ad immaginare una “formazione tipo” per dare convintamente l’assalto alla zona playoff (che sarebbe un buon risultato, dopo il purgatorio dei playout dell’ultima stagione)? Cominciamo noi, immaginando tre colpi di mercato: uno per ruolo, che possano in modi diversi aggiungere qualcosa alla rosa dell’Unione. Un elenco un po’ atipico, ma con le sue motivazioni.

1. LUCA PIZZUL Si è detto e ridetto che la difesa è pressoché pronta. Per questo sarebbe bello mantenere in alabardato Piacentini, l’unico a non avere opzioni di riscatto nel proprio contratto, mentre solo la casella di terzino sinistro necessita di un acquisto che rappresenti una valida alternativa a Rocchetti, giocatore in grandissima crescita e dimostratosi decisamente all’altezza della maglia da titolare. Sarebbe un peccato spodestarlo dall’undici di partenza, dal momento che non sempre i grandi nomi sono stati garanzia di successo, anzi. E allora perché non puntare su colui che, proprio ricoprendo il ruolo di (incalzante) riserva su quella fascia, ha sfiorato la Serie B con la truppa guidata da Massimo Pavanel? Luca Pizzul ha avuto il tempo di maturare calcisticamente con delle buone stagioni in giro per l’Italia, e ora con i suoi 24 anni d’età aggiungerebbe senso di appartenenza e impegno garantito per i colori della sua città.

2. ENEJ JELENIC Il centrocampo alabardato non può prescindere dall’intensità di Enrico Celeghin, che nella seconda parte di stagione abbiamo visto spesso affiancato da Gori, quest’ultimo in versione “Nereo Rocco” (a tuto quel che se movi, daghe), in una mediana a due che si è rivelata molto difficile da oltrepassare. Un difetto? È mancato un giocatore che si assumesse l’onere dell’iniziativa, insomma serve qualcuno che possa combinare in qualche modo quantità e qualità. E cosa ci sarebbe di meglio, per un giocatore nato a Capodistria, della chiamata di un’ambiziosa Triestina con la possibilità di giocare a venti minuti da casa? Il centrocampista sloveno, che ha alle spalle 160 presenze in Serie B, nell’ultima stagione a Padova ha giocato sia da esterno che da centrale in mezzo al campo, contribuendo con cinque gol e quattro assist. Il suo contratto è in scadenza il 30 giugno, e pare che la sua avventura in biancoscudato sia giunta al capolinea: stare alla finestra non costa nulla…

3. MATTIA MINESSO Proprio lui? Proprio lui. È stato il giocatore indiscutibilmente più deludente di questa stagione, la ciliegina del mercato estivo rivelatasi assai poco gustosa, con l’ingaggio tra i più pesanti se non il più oneroso, a cui sono corrisposte davvero poche, ma poche gioie in campo. Eppure potrebbe essere un “acquisto” chiave per l’Unione che verrà. Ricordate le differenze tra la prima e la seconda stagione in alabardato di Francesco Rapisarda? E, ancor più evidenti, quelle tra le due esperienze alla Triestina di Alessandro Ligi? Mattia Minesso solo dodici mesi fa festeggiava per la terza volta un campionato vinto da protagonista con il Modena di Tesser, peraltro accostato insistentemente alla panchina alabardata: non può essere, e non è, il giocatore visto quest’anno. È uno di quelli che ha scelto di rimanere a gennaio, anche se uno come lui di pretendenti ne avrebbe sempre. Insomma se ritroverà sé stesso, magari in un ruolo ben preciso, e in una stagione che inizi con il piede giusto, potrebbe rivelarsi l’acquisto più azzeccato: offrirgli una seconda possibilità potrebbe confermare che l’erba del vicino non sempre è più verde.

(foto Padova Sport)


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