Trieste, 20 Aprile 2025

Caro presidente... Lettera a Ben Rosenzweig

18 Aprile 2025 Autore: Roberto Urizio

Non siamo dipendenti della Triestina, ma proviamo a rispondere alla lettera del presidente alabardato Ben Rosenzweig. Difficile che ci sia una risposta, ma nel caso vorremmo non sia il solito elenco di frasi fatte e rassicurazioni generiche.

Gentile presidente Rosenzweig,
sentire che nell'ultima sua venuta a Trieste ha parlato con trasparenza dei mancati pagamenti fiscali e della penalizzazione in classifica farebbe sorridere, se non fossimo in una situazione così preoccupante. Se quanto accaduto a febbraio fosse stato un caso isolato, la giustificazione del ritiro imprevisto di un partner finanziario sarebbe stata credibile. Ma, dopo i problemi relativi alla fidejussione a inizio campionato e le nuove difficoltà recenti, appare onestamente impensabile che sia una questione di mere contingenze.
Lei opera in Italia da poco meno di due anni, ma una cosa l'ha imparata presto: dare la responsabilità alle gestioni precedenti. Sia chiaro, i debiti c'erano ma, già nella conferenza stampa dei due suoi principali collaboratori alla fine della passata stagione, era stato dichiarato che la situazione era stata ripianata. L'esborso naturalmente c'è stato, anche di una certa entità, ma affermare che oggi siamo in questa situazione per colpa di chi c'era prima ci sembra uno scaricabarile. E anche tirare in ballo le turbolenze dei mercati finanziari dovuti ai dazi di Trump è alquanto singolare, visto che si tratta di un problema che, ad esempio, a febbraio non c'era.
Quali sono le misure concrete di cui lei parla per correggere gli errori commessi? Fin qui gli errori sono stati ripetuti e nulla è cambiato, a livello di management e di modus operandi. Garantire il pagamento dei giocatori (senza la parte contributiva, a quanto pare) non è un grande traguardo, anzi dovrebbe essere la normalità e ancora di più dovrebbe essere normale che altre persone che lavorano nella Triestina o che ruotano attorno al mondo alabardato percepiscano quanto dovuto regolarmente. La sua fiducia nel progetto non è la nostra, non bastano le parole a rassicurarci ma servono azioni che dimostrino nei fatti che le dure lezioni di cui lei stesso parla siano state davvero apprese. Il credito di fiducia che giustamente le era stato attribuito al suo arrivo è abbondantemente esaurito.


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