Scelta giusta o pilatesca? La decisione della Triestina di non calcare la mano nei confronti di Pep Clotet dopo il fattaccio di venerdì scorso è comprensbile, vista la situazione sportivamente drammatica della squadra che di tutto avrebbe bisogno meno che di ricominciare per l'ennesima volta da zero. Il mister ha sbagliato, più di quanto abbia fatto Krollis il cui gesto è stato comunque brutto e grave per la squadra, e non è stato lucido nemmeno nelle dichiarazioni del dopo partita, ritrattate con il comunicato di ieri, ma cambiare nuovamente sarebbe stato verosimilmente difficile da digerire per una squadra che ha assoluto bisogno di un minimo di continuità per tentare la difficile rincorsa salvezza.
Ma anche venerdì si è dimostrata in maniera palese l'urgenza di avere una figura che faccia da tramite tra il campo e ciò che lo circonda. Alex Menta, al di là delle sacrosante critiche per come ha costruito la squadra, non sarà mai questa figura. Chiaramente se l'Unione fosse in un'altra posizione di classifica e rendesse secondo i proclami di inizio stagione, questa lacuna nell'organigramma si vedrebbe meno, ma è normale che i problemi emergono soprattutto nelle difficoltà. In una società normale e con tutte le pedine al proprio posto, dopo quanto accaduto contro la Giana Erminio, in sala stampa si sarebbe dovuto presentare il direttore sportivo o, in subordine, il mister ma solo dopo essersi confrontato con il dirigente di riferimento su cosa dire o non dire.
Un ds non avrebbe potuto impedire il confronto fisico tra allenatore e giocatore, ma avrebbe tamponato i problemi dopo il triplice fischio, evitando dichiarazioni frutto dell'emotività e facendo sì che le parole espresse ieri suonassero come una imbarazzata retromarcia. Ecco, se davvero Menta e la società credono che quanto accaduto potrà rafforzare la Triestina, ne facciano tesoro anche e soprattutto sotto questo aspetto.