Lo scorso 20 settembre sugli Champs Elysees ha sventolato la bandiera con il Tricorno per celebrare il successo al Tour de France dello sloveno Tadej Pogacar, che in classifica generale ha preceduto il connazionale Primoz Roglic. Una doppietta da sogno che ha portato tutti i media internazionali a parlare di questo exploit. Ma si è certi che sia un exploit o che dietro alle vittorie dei ciclisti d'oltreconfine nelle gare più celebri (poche settimane dopo la fine del Tour Roglic si è imposto nella Liegi Bastogne Liegi, la decana delle classiche di un giorno) ci sia invece un lavoro certosino che parte da molto lontano?
Le parole di chi vive quotidianamente il ciclismo in Fvg e che vede nascere e crescere ogni anno talenti sloveni, non lasciano dubbi: le recenti vittorie non sono frutto del caso o opera di due campioni che nascono ogni cent’anni. "La ricchezza di grandi corridori nel movimento ciclistico dei nostri vicini nasce dalla scuola. Lì il sistema d'istruzione lavora a braccetto con le varie federazioni, investendo tempo e energie per trasmettere ai giovani la passione ma soprattutto l’importanza di coltivare la multidisciplinarietà", sottolinea il direttore sportivo del Cycling Team Friuli, il triestino Renzo Boscolo, sulla cui linea si inserisce il vicepresidente della Ciclistica Pieris Guido Carlet, che aggiunge come "uno dei segreti non troppo velati è la mentalità vincente che si nota fin dalle categorie giovanili nelle squadre slovene. Non hanno paura di nessuno, provano sempre ad attaccare e se va male pensano già alla gara successiva".
La Ciclistica Pieris organizza la Coppa Montes, gara juniores, che nell’albo d’oro vede la presenza di innumerevoli futuri professionisti sloveni e che nel 2016 aveva al via lo stesso Pogacar, poi terzo al traguardo.
Un altro elemento, alla base della crescita del movimento d'oltreconfine, è la capacità di aver investito fin dalla loro nascita nelle squadre Continental, ovvero i team professionistici di terza fascia. "Fino ad una decina d’anni fa, a parte rare eccezioni, i talenti sloveni tendevano a eclissarsi dopo la categoria juniores. Poi con la riforma dell’Uci, istituzioni e federazione hanno abbracciato il progetto Continental che ora vede ben tre loro formazioni. Questi team hanno la possibilità di testare i propri giovani contro atleti dei team World Tour e su brevi giri a tappe: un modello di prestazione che li avvicina al mondo dei grandi ed è molto produttivo", aggiungono sia Boscolo che Carlet.