È stata ufficializzata dalla FIDE (Federazione Internazionale degli Scacchi) la composizione del Team fair play delle Olimpiadi in programma a Budapest il prossimo settembre. Della squadra di 16 persone preposte a vigilare sul rispetto delle norme anticheating durante gli 11 turni di gioco della 45esima manifestazione olimpica in programma nella capitale ungherese dal 10 al 23 settembre c’è anche un triestino. È Giovanni Marchesich, ventenne scacchista agonista che, oltre ad essere Maestro, è anche istruttore e arbitro regionale, nonché curatore di alcune rubriche periodiche di scacchi.
La Commissione fair play è un organismo voluto dalla FIDE per combattere l’uso fraudolento di dispositivi elettronici e quant’altro per migliorare la naturale performance di gioco, malcostume che costituisce una vera e propria piaga negli scacchi e che spesso ha gettato cattiva luce sulle 64 caselle, alla stregua del doping negli sport fisici.
La mission della Commissione è riassunta in poche righe: “Il presente e il futuro del nostro gioco dipendono dalla creazione di un ambiente in cui tutti i giocatori si sentano sicuri e possano mostrare il meglio delle proprie capacità. La lotta contro il cheating è una priorità assoluta e la FIDE sta lavorando duramente per creare una comunità scacchistica libera dalle frodi. Dobbiamo essere uniti nella lotta per il fair play e coerenti nel perseguirlo”.
Nelle competizioni internazionali di alto livello viene quindi nominato dalla Commissione un panel di esperti provenienti da tutto il mondo e con competenze diverse, che affianchino il team arbitrale nella lotta di tale malcostume. I ruoli della Commissione sono il fair play officer (FPO) e l’expert (FPE), titoli ottenibili con la frequenza di seminari dedicati e il superamento dell’esame finale, nonché raggiungendo alcune norme con la partecipazione a competizioni internazionali di alto livello sotto la supervisione di esperti.