Il giovedì di Barcolana ha portato in dote condizioni meteo impegnative ma anche risultati sportivi importanti e il grande entusiasmo dei ragazzi delle scuole, oltre mille al Barcolana Sea Summit, e l’arrivo di Caterina Banti, due volte medaglia d’oro alle Olimpiadi che oggi parteciperà alla regata “Women in Sailing”. Ed è stato anche il giorno della divulgazione con Geopop e quello delle regate, con la prima prova della Barcolana Solaris Adriatic Cup e la seconda della Barcolana Maxi - Trofeo Portopiccolo.
Il primo giorno di regate per lo spin-off nord adriatico, che vede la flotta Solaris regatare nel Golfo di Trieste in occasione del 50esimo anniversario del cantiere di Aquileia, è stato complicato. Mare formato, pioggia e vento tra i 12 e i 25 nodi da sud e onda da un metro e mezzo hanno accompagnato le 20 barche scese in mare lungo il percorso costiero di circa 24 miglia. I primi hanno completato la prova in poco meno di tre ore. Vincitore in tempo compensato il Solaris Giovi di Paolo Bastiani (YC Porto S. Rocco) seguito dal Solaris Sunny di Alvise Zanetti (SVBG) e da Lo Re di Matteo Forni (CV Riminese). Stesse condizioni per i sette Maxi che hanno disputato la seconda prova della Barcolana Maxi, dopo che quella di mercoledì è stata annullata per poco vento. Il percorso, una regata costiera da Sistiana a Trieste, ha visto le barche lasciare a destra la boa di disimpegno posta a un miglio dalla linea di partenza per poi passare davanti a punta Sdobba e iniziare una bolina verso Muggia. L’ultimo lato fino all’arrivo davanti a piazza Unità è stato un lungo traverso. Ora i Maxi sono ormeggiati sulle Rive in attesa della prova-test di oggi che si svolgerà sul percorso della Barcolana. Dopo una prova, guida la classifica Anywave-Safilens di Alberto Leghissa seguito da Nice-Fiamme Gialle con Paolo Cian al timone e Night Shadow di David Mizrahi.
Infine, l'arrivo a Trieste della doppia medaglia d’oro olimpica Caterina Banti, che ha portato la sua esperienza in Barcolana all’interno del progetto “Women in Sailing” e che mira a ispirare le giovani donne affinché intraprendano qualsiasi professione e sfida, perché non esistono lavori “da maschi” o “da femmine”, né in mare né a terra. “Sono arrivata alla vela mista per caso - ha spiegato - e ho sempre navigato con un maschio, cominciando ad andare in barca con mio fratello e proseguendo con un uomo in Nacra17. Tra uomini e donne la disparità di forza fisica è documentata scientificamente. Ma se diciamo che gli uomini hanno più forza, allo stesso modo possiamo dire che la donna ha maggiore resistenza. Dobbiamo togliere l’attenzione dal concetto di forza, ed è semplice, perché la forza fisica si può compensare con la tecnica e con l'allenamento. In questi otto anni di campagne olimpiche è difficile contare i giorni di riposo, mi sono allenata tantissimo, perché dovevo essere la prodiera più forte e più resistente di tutti, uomini e donne che fossero. La voglia di vincere non è una cosa tipica dei maschi. Solo che i maschi la manifestano in modo più appariscente, con una competizione molto pratica. La forza di ogni equipaggio, invece, è l'equilibrio: un equipaggio non lo crei a tavolino, serve equilibrio tra le personalità dei due componenti, indipendentemente che siano maschi o femmine. Uomo e donna hanno un diverso modo di esprimersi, e questo è un grande punto di forza. Non è la donna che deve fare le cose che fa l’uomo e viceversa, è il team che si completa, valorizzando i punti di forza dell’uno e dell’altra. Io e Ruggero Tita abbiamo vinto due ori olimpici essendo entrambi molto competitivi in due modi diversi, ci esprimiamo in modo diverso e per questo ci siamo completati. Alle ragazze che vogliono migliorare la propria performance sportiva dico: pensa alla tua resistenza, non alla tua forza fisica. Lavora sulla tua forza mentale, la tua forza interiore, perché è quella che farà la differenza”.