Triestino classe ‘82, un punto di riferimento per il canottaggio non solo in regione ma in tutta Italia: dopo il primo mandato da consigliere nazionale della FIC, Massimiliano D'Ambrosi vuole continuare a far crescere il movimento del remo italiano continuando il lavoro iniziato nel 2021. Con una differenza rispetto alle elezioni di tre anni fa, però: non correrà più da indipendente ma con il candidato alla massima carica Davide Tizzano, avversario dell' attuale presidente Giuseppe Abbagnale.
Normalmente queste cariche vivono una sola Olimpiade per mandato. A causa del posticipo di Tokyo 2020 lei invece ne ha vissute due in un quadriennio: com’è stato lavorare in mezzo ad una pandemia e a due Giochi?
A Tokyo lo staff presente era ridotto all’osso per il Covid, quest’anno a Parigi le Olimpiadi hanno riaperto l’ospitalità ed io ho seguito le Paralimpiadi. In Italia abbiamo oggi un movimento di nicchia, ma a livello internazionale come seguito la situazione è uguale a quella olimpica, con un livello altissimo degli equipaggi. Per via della pandemia il nostro mandato è durato tre anni invece che i soliti quattro, ma va detto che lato lockdown siamo stati fortunati: essendo il nostro uno sport all’aria aperta, siamo stati tra i primi a riprendere le attività, con gli atleti di alto livello che non hanno quasi mai smesso di allenarsi. Siamo usciti dal 2020 con un incremento nei tesserati, il problema è stato l'incapacità di trattenere questi nuovi arrivi, dal 2022 infatti il numero è tornato a scendere: ad oggi i praticanti sono circa 10 mila, un numero che segna un trend di decrescita che bisogna invertire. Anche per le attività scolastiche abbiamo avuto più di qualche problema, saltando un anno, vista l'impossibilità di lavorare nelle palestre delle scuole.
Nella collaborazione interna è cambiato qualcosa? Come mai ha scelto di cambiare lista per le nuove elezioni in arrivo?
Tre anni fa abbiamo avuto un’elezione particolare: un solo presidente candidato e su 10 consiglieri, in quattro siamo entrati da indipendenti. In questo triennio si è creata una situazione particolare, dopo tanti anni in Consiglio si è avuto un contraddittorio, a volte abbiamo votato tutti assieme, altre volte ci sono state anche lunghe discussioni. Ho scelto di unirmi ad un’altra lista per queste elezioni, perché la politica federale oramai è stagnante: non vogliamo rompere a tutti i costi con il passato, ma è nelle nostre idee far evolvere la federazione nei metodi e negli obiettivi.
Il nuovo programma stilato dalla vostra lista che novità prevede rispetto a quanto è già stato visto gli anni scorsi? C’è un progetto al quale tiene particolarmente?
Nel nostro programma ci sono 10 macro-punti, i tre fondamentali sono: sostegno e valorizzazione degli atleti, delle società e dei comitati/delegazioni regionali. Ad oggi siamo troppo concentrati solo sull'alto livello, ma in un futuro non molto lontano questi atleti si ritireranno e rischiamo di ritrovarci senza una base ampia per il giusto cambio generazionale. Dal mio punto di vista voglio continuare a far crescere i progetti scolastici, aiutando le società che si prodigano sul territorio per avvicinare i giovani allo sport e stringendo un serio protocollo con il MIM.
Crede che il canottaggio e Trieste siano ancora molto legati o qualcosa è cambiato in questi anni?
I risultati dicono che il canottaggio triestino e regionale è estremamente in salute, sono aumentate le società che riescono a vincere Campionati italiani e portare atleti in maglia azzurra. Ampiamente in salute anche per il rapporto tra numero di abitanti e tesserati, rimane la difficoltà degli allenamenti, dovendo lavorare in mare mosso e non su un lago calmo, ma staff ed allenatori sono di ottimo livello.