Salvi oppure retrocessi. Stavolta non c’è più via di ritorno, questa è davvero l’ultima chiamata per salvare una stagione complicata che si è resa tremendamente complessa nell’ultimo mese e mezzo.

Contro il Cingoli la Pallamano Trieste si gioca tutto: si comincia domani a Chiarbola alle ore 20, prima di andare sul parquet del Macagi dove al PalaQuaresima – nel bene o nel male – si chiuderà un campionato sportivamente parlando “tremendo” sotto tanti aspetti. Ma, prima di pensare a quel ruolino di marcia infausto lontano da casa che non ha prodotto nemmeno un punto in tutti questi mesi, bisogna concentrarsi innanzitutto e unicamente al match di mercoledì sera a Chiarbola. E non sarà per nulla facile, anche perché gli ospiti sconfitti nella serie contro Rubiera avranno parecchia rabbia per la “bella” persa sabato scorso in propria casa.

I biancorossi ripartono dalla gara-2 a Pressano in cui per 50 minuti sono rimasti in partita. Naturale aspettarsi un mucchio di pressione addosso ed è forse più l’aspetto mentale che fisico a giocare un ruolo-chiave per questo spareggio. Se è vero che, dalla quartultima giornata di campionato in poi, Trieste ha raccolto solo un pareggio e non è mai riuscita a fare risultato pieno, dall’altra parte in questa finale per la salvezza si riparte da zero. Certo, le tante assenze continueranno a pesare per il team di Fredi Radojkovic, necessario dunque ripartire dall’intensità giusta e dal piccolo tesoretto di qualche giorno in più di riposo rispetto al Cingoli. E contro una squadra che contro Rubiera è andata in black-out proprio nel momento che contava maggiormente, servirà essere compatti, in attacco e in difesa, per 60 minuti di fila: a Chiarbola Trieste ci è riuscita in più di qualche occasione, motivo in più per tenere vive le speranze di una salvezza difficilissima, ma non per questo impossibile.

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