Dagli amarcord, e ce ne sono indubbiamente tanti, a una realtà che vede attualmente due squadre agli antipodi. Chi in salute – almeno, a livello di risultati – come una Pallacanestro Trieste che domenica pomeriggio alle 18.15 (arbitreranno Paternicò, Galasso e Marziali) riceve l’Umana Reyer Venezia che, in salute, non lo è mai propriamente stata nel corso del girone d’andata. Perché tra infortuni e più di qualche scivolone inopportuno, il “4-8” di record della squadra di Neven Spahija dice tutto su ciò che i lagunari sono (e soprattutto non sono) stati nelle prime 12 giornate di campionato. E con la chiara voglia di risalire in una classifica sin qui deficitaria per i valori del roster che la Reyer possiede sulla carta, è inevitabile per il team di Jamion Christian attendersi pochi colpi di fioretto e tante sciabolate nei quaranta minuti che chiudono l’anno solare 2024.
Nella sfida contro i tanti ex, da Fernandez e Parks a Lever e Janelidze, sino a quell’Eugenio Dalmasson (ora nella… “stanza dei bottoni” veneziana) che ha scritto una pagina importante della recente storia giuliana di basket, non ci si dovrà abbandonare al romanticismo, trovando invece altri due punti che renderebbero ancora più vicina (se non matematica, in caso di contemporanee sconfitte di Treviso e Sassari) la qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia in programma a febbraio a Torino. Di fronte c’è un’avversaria temibile, con individualità eccellenti (e la difesa contro i vari Kabengele in pitturato e Wiltjer dal perimetro farà inevitabilmente la differenza) e che deve essere rispettata nonostante i cinque ko negli ultimi sei incontri giocati. Per contro, Trieste ha ritrovato brio ed entusiasmo dopo le due vittorie di fila con Virtus e Cremona e ha il vantaggio di giocare nel “catino” di Valmaura dove si sfiorerà il sold-out. Sarà partita tosta, con la speranza su lato biancorosso di rivedere finalmente all’opera anche Markel Brown…