Trieste, 28 Aprile 2025

Trieste, il riscatto al PalaBarbuto sinonimo di solidità mentale

01 Novembre 2022 Autore: Alessandro Asta

Il mondo dello sport – in particolare quello del basket – è fatto da tante “sliding doors”. E la vittoria della Pallacanestro Trieste domenica sera a Napoli può essere tranquillamente considerata una delle più classiche. Un eventuale ko sul parquet della Gevi, specialmente dopo quei 45 minuti frenetici di battaglia al PalaBarbuto, avrebbe certificato in maniera netta la crisi dei biancorossi (e chissà con che potenziali e ulteriori strascichi negativi). E invece i due, preziosissimi punti strappati alla squadra di Buscaglia rappresentano la base da dove ripartire con un pizzico di entusiasmo in più: lo stesso entusiasmo che era divenuto una sorta di oggetto non identificato nelle prime quattro gare di campionato, un elemento che Trieste dovrà continuare a tenere sottobraccio in una stagione dove ci sarà tanto da soffrire.

Sia ben chiaro: al netto della vittoria dello scorso weekend, i problemi giuliani non possono essere assolutamente considerati risolti. A Napoli si è rischiato davvero grosso nei primi dieci minuti, nei quali la Gevi ha messo a ferro e fuoco la difesa triestina: un peccato originale già visto troppe volte in questo scorcio di campionato, figlio di quell’approccio forte al match che manca ancora nel DNA di questa squadra. Ma per la banda di Marco Legovich c’è stato tanto altro di positivo al PalaBarbuto: la leadership di buona parte della truppa straniera (Gaines potrà sembrare per certi versi anche un “mangia-palloni”, ma di fatto è giocatore che ha dimostrato di essere in grado di prendersi con successo le responsabilità maggiori in attacco quando la palla scotta), così come una sana ruvidezza da parte di alcuni dei giocatori italiani (superlativa la garra di Deangeli, Vildera continua a essere “Mister Utilità” in un pitturato che ha ancora parecchio bisogno di rodaggio). E perché no, anche la facoltà di tenere la barra dritta nel supplementare, cosa per nulla scontata in casa altrui e con il punteggio costantemente in bilico. E poi c’è soprattutto lui, “Lego”, messo già sulla graticola da più di qualcuno dopo l’inizio shock di stagione e che qualche sedicente testata giornalistica non locale dava già in rampa di lancio. La seconda vittoria da capo-allenatore dopo quella di Cremona dello scorso anno non cancellerà sicuramente i tanti borbottii della piazza, ma di fatto fa capire che il giovane coach della Pallacanestro Trieste ha in mano team e spogliatoio. Perché una vittoria come quella di Napoli non si ottiene senza la compattezza e l’unità di intenti da parte di tutto il gruppo-squadra.

Ce ne saranno tante altre di battaglie come quelle del PalaBarbuto: è nel destino di questa squadra che sa perfettamente quanta umiltà e intensità dovrà sprigionare sul parquet per salvarsi. Ma il segnale arrivato in terra partenopea è chiaro e forte: Trieste c’è, specialmente a livello mentale. E “aspettando Godot” (tradotto, l’ingresso in società del fondo americano che sicuramente porterà a fare scelte diverse in ambito di roster), la fiammella di entusiasmo torna a farsi più viva. Non banale e anche in questo caso non scontato, nella lotta per evitare gli ultimi due posti in classifica.


Condividi sui tuoi social