Trieste, 10 Marzo 2025

Quattro punti preziosi e l'ulteriore evoluzione di squadra: Trieste vola sempre più alto

10 Marzo 2025 Autore: Alessandro Asta

Dovevano essere due partite difficili causa le assenze pesanti, ne sono uscite con buona approssimazione le due vittorie più “mature” dell’intera stagione. Certo, quelle ottentute contro Treviso e Scafati in prima istanza non possono essere etichettate con lo stesso peso specifico di quelle ottenute con Milano e Virtus Bologna – giusto per citarne un paio di quelle più preziose, guardando l’avversaria diretta – ma di fatto per la Pallacanestro Trieste i quattro punti conquistati negli ultimi due turni casalinghi di campionato significano tanto. Anzi, tantissimo, alla luce di un attuale sesto posto a confermare che la strada verso i playoff è davvero ben segnata. 

La verità assoluta è che non ci sono particolari segreti in casa biancorossa. Perché ormai si è capito che gli infortuni contano ormai il giusto per un team abituato a dover cambiare faccia e pelle di settimana in settimana. Sicuramente il doversi privare momentaneamente di due elementi come Ross e Valentine ha portato la Pallacanestro Trieste a spostare completamente il proprio baricentro su un asse di squadra molto più equilibrato e forse anche molto più imprevedibile per gli avversari. Ma è altrettanto vero che, se qualcosa è davvero cambiato nella testa degli uomini di Jamion Christian, è il modo con cui ci si sacrifica in campo, sia in attacco che in difesa. Perché, guardando gli ultimi 80 minuti giocati in campionato, sono cresciute le responsabilità di tutti. E non solo quelle di un Ruzzier sempre più “americano aggiunto” che sta vivendo il suo momento migliore dopo il ritorno di due anni fa in maglia biancorossa, bensì quello di un intero gruppo-squadra che vive di pochi individualismi e di una divisione di tiri tentati perfettamente equilibrata. 

Non è dunque un caso che, nel caso del match di ieri contro Scafati, le 34 conclusioni dentro l’area (con quasi il 62% di realizzazioni) vanno perfettamente a braccetto con i 33 tentativi dalla lunga distanza, di cui ben 14 messi a segno. Un segnale importante da riversare poi sull’altro lato del campo, dove la difesa ha funzionato alla grande in un secondo quarto da soli dieci punti concessi alla Givova a fare da spartiacque all’allungo nei venti minuti finali. Dettagli che, visti al microscopio, finiscono col fare la differenza. E poi l'innegabile evoluzione non solo di gente Johnson sempre più a proprio agio in pitturato, ma anche di un McDermott che inizia a farsi sentire con punti pesanti nelle mani. Il tutto condito dalle prove solide di Uthoff e Brooks: cosa volere di più, oltre a recuperare un bel giorno tutti gli infortunati?


Condividi sui tuoi social