Nel mercoledì sera del recupero di campionato contro Chiusi, in cui più di qualcuno ha iniziato a tremare dopo un primo quarto “ballerino” della squadra (mitigato poi dalla crescita del collettivo biancorosso contro l’ultima della classe del girone Rosso), c’è stata una partita giocata sul parquet e una, invece, che si è voluti giocare sulle tribune. Perché, dopo un ultimo periodo decisamente non esaltante dal punto di vista dei risultati, c’era anche la curiosità di capire l’atteggiamento del pubblico triestino e del tifo organizzato specialmente dopo la scoppola di venerdì scorso a Cividale. E di cosa da raccontare ce ne sono, indipendentemente dal ritorno alla vittoria della Pallacanestro Trieste (scontata sino a un certo punto contro la “Cenerentola” Umana, visti i chiari di luna del recente passato).
La premessa è che non c’è stata contestazione da parte del pubblico di casa (come più di qualcuno chiedeva sui social), solamente qualche piccolo brusìo nei primi minuti di partita quando l’approccio della squadra era stato un po’ fragile. Ci sono stati invece tre striscioni diversi, esposti dalla Curva Nord lungo tutto il corso della partita: dall’iniziale “Nulla è perduto, ce la possiamo ancora fare ma bisogna avere le palle di capire dove si sbaglia e di cambiare” al “Dare un senso a questa stagione… se la promozione è ancora la prima opzione”, sino a quel “A parole molto bello il progetto, ma forse va rivisto l’architetto”. Tutto materiale che il g.m. Michael Arcieri dice di non aver visto, dopo una domanda a fine partita arrivata in sala stampa proprio su questo ambito.
Una semplice “dimenticanza” di puntare lo sguardo all’insù o un elegante "dribbling" da parte del principale punto di riferimento societario? Di fatto, il tifo organizzato ha voluto dire la sua su un ambito in cui, nella stanza dei bottoni biancorossa, c'è la volontà di continuare a fare quadrato sul progetto estivo e sulle scelte – giuste o sbagliate che siano, lo capiremo a fine stagione – fatte per riportare al più presto il basket di vertice a Trieste. La seconda verità è che in questa piazza c’è tutto per lavorare bene e in un ambiente tranquillo. Tradotto: niente eccessi per tutto ciò che si vede e si sente sulle tribune (a proposito, il dato delle quasi 2500 presenze di ieri sera - pur con qualche "invito omaggio" - sta a significare che la gente resta a fianco della propria squadra, anche in un mercoledì sera di gennaio quando in tanti preferiscono restarsene in poltrona con un libro in mano o con la serie tv preferita…). Sta di fatto che, al netto dell’ambizioso obiettivo di fine anno dichiarato la scorsa estate che non va mai dimenticato, in casa giuliana lo scopo sembra quasi quello di voler sempre tenere un profilo basso. Un virtuosismo a cui forse a queste latitudini non siamo abituati, oppure un ancor più semplice “no comment” sui dubbi palesati da chi il palazzo dello sport lo vive anche in trasferta? Anche in questo caso, il tempo saprà dare tutte le risposte del caso.
(Grazie a Giulia per la foto che ci è stata fornita)