Si gioca o no? Mentre l'Allianz continua a prepararsi alla sfida in programma sabato sera e l'Umana fa i conti con i contagi ed i reduci che continuano ad allenarsi, a poco più di quarantott'ore dal match si attende ancora di conoscere quale sarà il destino del derby triveneto. L'ufficialità, in un senso o nell'altro, dovrebbe arrivare entro oggi.
Nel frattempo, scavando nella storia delle due società si scopre come i legami fra i due club vanno al di là dello scambio proficuo di atleti avvenuto in questi ultimi anni, dei buoni rapporti commerciali fra le due città e della “venezianità” (o “mestrinità”...) di coach Dalmasson. Già, perché dagli archivi del sodalizio lagunare emerge una storia interessante, che porta direttamente ad uno dei suoi fondatori, che poi diede il nome al team. E che accresce ulteriormente il trait d'union fra le due squadre principali del nord Adriatico.
Pochi lo sanno, infatti, ma il signor Costantino Reyer, pioniere dell'educazione fisica "popolare", era un “italianissimo” (per l'epoca) triestino, nato sotto San Giusto nel lontano 1838. Nel 1867 introdusse appunto la nobile disciplina della ginnastica a Venezia e nel 1869 fondò l'omonina Federazione Italiana. Era altresì proprietario di giornali, cultore di una lingua unica europea, filantropo ed insigne classicista. Una figura poliedrica e di grande acume, a tal punto che l'amico Pietro Gallo, fondatore della polisportiva nel 1872 (il basket arrivò appena negli anni '20 del secolo successivo), decise di intitolare la Società Veneziana di Ginnastica, per l'appunto, a Costantino Reyer. Il nome, glorioso, è resistito fino ad oggi.