Con oltre duecento panchine in Serie A, Roberto Carmenati è uno degli allenatori italiani di grande esperienza. Attualmente è scout per la squadra i Dallas Mavericks ed è autore anche di pubblicazioni per la FIBA.
Carmenati, la stagione della Pallacanestro Trieste è stata a due facce: quella regolare alquanto deludente e con più di qualche sbavatura, mentre nei play-off la compagine è imbattuta...
La natura del campionato di A2 con i play-off in appendice è proprio questa: sono due episodi completamente diversi. Oltretutto, nel caso di Trieste, va sottolineato come una squadra messa insieme per la prima volta con un nuovo allenatore ha avuto bisogno di un periodo per trovare i giusti equilibri, utilizzando la stagione regolare come un momento di rodaggio. Bravi sono stati allenatore, staff e la società a programmare tutto per arrivare in forma alla fase finale.
Nella gestione complessiva il club ha avuto ragione a non cambiare l'allenatore Jamion Christian quando le cose non giravano nel verso giusto?
Constatando che il programma della società era ottenere la promozione in un paio d'anni, direi che il club triestino si è mosso molto bene e con grande oculatezza. A mio avviso Michael Arcieri e la proprietà hanno fatto le scelte che si sono rivelate giuste, selezionando bene i giocatori e andando a supportare efficacemente la squadra durante tutta la stagione.
Un plauso va fatto anche alla piazza giuliana, non trova?
Trieste è notoriamente una città di pallacanestro. Come poche altre sa fondere una passione calda verso la palla a spicchi con un tifo istruito e molto competente: la piazza fa sentire eccome il fattore campo, non facendo mai mancare la vicinanza alla propria squadra. Direi che tutti questi elementi si sono ad un certo punto allineati nella giusta direzione.
Come e quanto dovrà rinforzarsi il roster in caso dell'attesa promozione in A1?
Nell'eventualità del conseguimento del salto di categoria non sta a me dare suggerimenti, a maggior ragione in quanto chi l'ha conquistata sul campo ha il diritto di decidere il futuro. Ovviamente qualsiasi futura pianificazione partirà dalla valutazione degli elementi a disposizione. Verosimilmente, anziché rivoluzionare il roster è sensato pianificare delle implementazioni, dei nuovi inserimenti e delle aggiunte all'organico per arricchire una struttura e un'organizzazione che già si stanno dimostrando vincenti per quanto riguarda i risultati.
A proposito di giocatori vincenti, forse non tutti hanno compreso l'importanza del triestino Michele Ruzzier nell'economia del gioco di squadra.
Nella pallacanestro moderna i playmaker sono indispensabili. Il baricentro del gioco è oggi spostato sul perimetro. Le azioni non possono prescindere dalle collaborazioni in pick'n'roll. Sia in fase conclusiva dell'azione come in quella della prima provocazione della difesa la differenza la fa il playmaker che riesce a selezionare in maniera ottimale quando giocare per gli altri e quando essere in prima persona aggressivo. Un esempio? Kostas Sloukas che, come abbiamo visto recentemente, in Eurolega si è caricato la squadra sulle spalle nel momento decisivo (a fine maggio il suo Panathinaikos ha vinto la più prestigiosa coppa europea battendo in finale il favorito Real Madrid, n.d.r.).
Nell'attesa del match di lunedì sera al PalaTrieste, godiamoci un'altra finale, quella NBA...
E' inedita, a beneficio di tutti gli appassionati del basket non solo negli Stati Uniti, ma anche altrove nel mondo che seguono con attenzione questo torneo. Boston gioca per conquistare il suo 18° titolo. Dall'altro lato Dallas è alla sua terza finale. Luka Doncic è sicuramente il leader dei Mavericks. Conoscendolo posso dire che è un giocatore che vive per i play-off: un atleta raro che nella sua carriera, nonostante la giovane età, ha dimostrato di essere uno dei migliori protagonisti Sulla carta la serie vede favorita Boston, ma Dallas combatterà fino alla fine, ne sono certo. E potrebbero esserci delle piacevoli sorprese.