"L'ultimo bomber di sinistra" (autocitazione) vira a destra. E che giravolta! Riccardo Zampagna lo ricordiamo bene anche a Trieste. Era il campionato 1997/98, lui arrivò al Rocco dopo tante marcature in Serie D e anche in C2, pur con tanta imprecisione, contribuì a portare l'Unione in finale, dove lo 0-0 col Cittadella promosse i veneti e beffò gli alabardati. Proprio Zampagna, nella sfida decisiva di Ferrara, si mangiò più di qualche gol ma l'impegno, va detto, non mancò mai. Era un lottatore, di quelli che uscivano dal campo con la maglietta perennemente sudata.
Era l'anno della semifinale con la Pro Patria, dell'invasione di campo a Busto Arsizio, della cinghiata allo stesso Zampagna e al povero Bambini e della qualificazione al 97' grazie a un miracolo del Gube. La punta umbra chiuse con 9 reti (miglior marcatore della Triestina) ma anche a causa delle sue simpatie sinistroidi, il feeling con la curva non sbocciò mai. Tant'è. Lui, di strada, ne ha fatta parecchia (l'Unione meno...): anche un bel po' di Serie A, con gol alla Roma, al Milan e ad altre big.
Ma il marchio di fabbrica rimase l'appartenenza politica, con quel pugno chiuso a centrocampo prima di un Livorno - Ternana che gli costò 10 mila euro di multa e una fede operaia mai rinnegata. Fino agli ultimi anni, evidentemente. Perché se è vero che le ideologie non esistono più, ha destato grande interesse e un po' di ilarità fra la stampa nazionale la sua candidatura alle prossime comunali nelle file di “Terni protagonista”, una delle liste che sostengono Orlando Masselli, il candidato sindaco del centrodestra e nello specifico di Fratelli d’Italia. Non proprio un compagno. "Non è una mia personale svolta a destra ma una provocazione che suoni da sveglia per la città". Sarà. Le curve di Terni e Livorno, di certo, non la prenderanno bene.