Nato nel 2022, il Trail della Grotta Gigante è un evento che è già entrato nei cuori degli appassionati di questa specialità della corsa e non solo; pure quest’anno, già diversi giorni fa, era stato raggiunto il sold-out, così stamani, dall’Avalon Wellness Center sono partiti in 300 per questa kermesse del Cai Cim di 17 km con 700 metri di dislivello nel contesto, soprattutto, della riserva naturale del monte Lanaro.
Proprio appuntamenti come questo regalano qualche volto nuovo o comunque meno noto del panorama podistico locale; infatti, allo start, in mezzo ai soliti top runner quali Riccardo Sterni, Fabio Galassi (nella foto Buenas) e altri ancora, c’era inoltre un certo Matteo Novi. Sapendo che ci sono diversi iscritti anche da fuori città se non regione, gli chiediamo da dove venga e ci spiazza rispondendoci nel dialetto nostrano; precisa di non essere iscritto ad alcuna società e nemmeno possedere la Runcard, cosa che lo esclude da molte competizioni, però lui evidentemente preferisce queste manifestazioni, per tipologia e per il fatto che consentono un po’ a tutti, previo adeguato certificato medico, di prenderne parte. Oggi Sterni della Daytona era determinato a vincere, già pronto con una delle sue gag, questa volta nei panni di un cavernicolo con pelliccia leopardata e clava da prendere in prossimità del traguardo. Ha costruito perfino un discreto margine su Galassi dell’Atl. Imola, ma quest’ultimo in discesa è tornato costantemente sotto. Tale tiremmolla è stato definito dallo stesso Galassi come «una situazione che al momento maledici, però poi ti rimane un bel ricordo»; a livello psicologico ha pesato su Sterni, che verso il 13° km, giunti a Rupingrande, ha incominciato a perdere terreno. Galassi, non conoscendo il suo margine, ha continuato a “pestare”, andando a vincere in 1h27’11”, tempo che non si può confrontare con le due passate edizioni, in quanto il tracciato era leggermente diverso. Novi, grazie in particolare alle sue “discese fulminanti” (cit. Alessandro Sciotto), aveva dapprima recuperato un paio di posizioni nel tratto esterno e infine passato Sterni in quello ipogeo, ovvero all’interno della cavità carsica; per lui la piazza d’onore in 1h30’43”. Sterni ha mantenuto il podio con il crono di 1h31’24” e nel finale era entrato nei radar di un altro esperto discesista ovvero Enrico Pausin della Trieste Atletica, 4° in 1h31’56”. Fino al 13° km il principale candidato a questa posizione sarebbe stato Miran Bole dell’Evinrude, tutto vanificato da un errore a un bivio (il trail d’altronde è anche questo) che gli ha fatto perdere tempo prezioso; ha quindi concluso 5° in 1h32’25”.
Parterre altresì interessante al femminile, col nome della vincitrice che era praticamente già scolpito sulla roccia all’atto d’iscrizione di Nicol Guidolin; la vicecampionessa tricolore di trail lungo – titolo conquistato il mese scorso sul lago d’Orta, in Piemonte – ha condotto dal principio alla fine nella sua ormai consueta cavalcata solitaria. Dietro alla trionfatrice, in 1h37’35”, la festa del sodalizio gialloblù è proseguita, col 3° e 4° posto rispettivamente appannaggio di Nastja Ferluga e Lara Kocjancic, in 1h43’49” e 1h48’43”. In particolare la prima, nota nel mondo dell’orienteering in quanto campionessa italiana U20 nella specialità dello “sprint” (e vice nel “lungo”), dopo un bel recupero nel segmento più pianeggiante che precedeva il gran finale in grotta, per un momento ha addirittura sopravanzato Elena Snidero dell’Evinrude; quest’ultima, più forte in discesa e conscia dell’importanza di varcare per primi la soglia della cavità, ha accelerato e poi in effetti allungato sulla giovane rivale, chiudendo in 1h43’24”. E a proposito di giovani, la più piccola della giornata, Lucrezia Cesca della Polisportiva Triveneto che ha appena 18 anni, si è presa un’ottima 5ª posizione in 1h50’21”.
All’arrivo un gran baccano ha fatto il gruppo “Idee di Corsa”, associazione di promozione sociale che condisce la propria attività con una buona dose di goliardia. Nello specifico il presidente Marcello Bortolotti ha spiegato l’uso delle K-bike “per permettere a persone con disabilità di effettuare escursioni in montagna, ed arrivare in luoghi che altrimenti sarebbero per loro inaccessibili”, come si legge sul portale dell’Aps di Codroipo; grazie alle K-bike, che richiedono 6 persone per spingerle, si crea inevitabilmente una squadra che socializza. Chiudiamo citando il sodalizio più numeroso, gli “Oll Scars” di Fossalta di Piave che hanno invitato tutti i presenti a partecipare alla loro “Marcia della Pace” il prossimo 8 dicembre.