Nel giorno del suo 42° compleanno, avevamo fatto una piacevole chiacchierata con l’ultramaratoneta Alessio Milani, il quale si era raccontato per quanto riguarda l’ambito sportivo. Era il 26 aprile, all’indomani della 50 km di Romagna; dopo l’ennesima ottima prestazione, il portacolori dell’Atletica Monfalcone auspicava una convocazione in nazionale per i mondiali di 100 km.
Forse era stato un po’ scaramantico in quell’occasione, ma era quasi matematica la sua chiamata per la rassegna iridata che si è tenuta, nella notte e prima mattina italiane di oggi, a Bangalore; nella città indiana, che si trova a quasi mille metri di altitudine, con l’aria di conseguenza che è più rarefatta rispetto a quando ci si trova sul livello del mare, ci sono stati pure altri elementi ostici per gli oltre 150 partecipanti, come il tasso di umidità (95% all’alba, poi “calato” al 70%) e lo smog, con il Paese che purtroppo è tristemente noto per il problema dell’inquinamento. Aggiungendo che la manifestazione si svolgeva su un impegnativo circuito di 4865 metri – più un tratto iniziale di 2,7 km – da ripetere 20 volte, con 27 metri di dislivello che spezzavano il ritmo impedendo di impostare un ritmo costante, il capitano Massimo Giacopuzzi aveva consigliato di basarsi sulla frequenza cardiaca; suggerimento che l’isontino Alessio Milani, come vedremo, ha seguito alla perfezione! «In partenza stavo bene e ho impostato il “cruise control”», ha spiegato Milani, usando un termine motoristico. Dopodiché ha lasciato che, in un certo senso, gli altri gli scappassero, salvo poi avversarsi la “profezia” di capitan Giacopuzzi, che aveva detto: « Vedrete che scoppieranno in tanti».
Milani è un passista eccezionale, è stato un orologio nei vari passaggi, con continui sorpassi, tra doppiati e non solo; se da un punto di vista può essere stimolante sopravanzare qualcuno, dall’altro ha rappresentato un problema capire chi fosse un diretto rivale per la posizione di classifica, con lo staff azzurro che era tutto concentrato a supportare i portacolori nostrani per i fondamentali ristori. Siamo alle battute finali e Milani vede un concorrente davanti a lui che va bene; intuisce pertanto che, prima di tagliare il traguardo, può scalare ancora un posto in graduatoria. Il britannico che lo precede si accorge della situazione e gestisce le ultime fasi senza farsi superare; peccato che Jarlath McKenna, questo il nome, fosse anche lui della categoria M40, così, per soli 9 secondi, è sfumato il podio di categoria per l’allievo di Lucio Biasig. La sorpresa per Milani è stata quando ha visto i ranking finali: «Ma ca**o, sono arrivato decimo!» si è lasciato sfuggire. Se vogliamo, su una cosa Giacopuzzi (35° in 7h33’25”) ha sbagliato; aveva detto che nessuno avrebbe fatto il personale in quelle condizioni ambientali, invece Milani si è migliorato di quasi tre minuti, col crono di 6h51’29” che rappresenta altresì il nuovo record regionale, il quale peraltro già gli apparteneva. Milani, che abbiamo sentito al termine della prova, ha commentato: «L’unico rammarico è stata una sosta forzata al 20° km, in cui ho perso quasi un minuto, però complessivamente è stata un’esperienza eccezionale. Ringrazio di cuore tutti quelli che mi sono stati vicino». L’immagine abbinata all’articolo è tratta da un video in cui si scorge il tecnico dell’Italia Paolo Bravi consegnare il Tricolore a Milani, pochi momenti prima di terminare la sua fatica.
Per la cronaca, la gara è stata vinta dal giapponese Jumpei Yamaguchi in 6h12’17” e nella top five si contano altri due podisti del Sol Levante e due spagnoli; oltre McKenna, della Gran Bretagna è pure il 7° arrivato, Alexander Milne; pertanto Milani è il quinto europeo e tra i primi dieci al mondo! Nella gara femminile ha trionfato la francese Florian Hot in 7h08’43”, con l’azzurra Federica Moroni che ha chiuso in 7h45’38” conquistato un brillante 8° posto; se si pensa che la riminese è una classe ’72, fa ancora più impressione il suo risultato e ben sperare per la longevità (agonistica) in questa disciplina.