Trieste, 20 Aprile 2025

Baskin Interclub, una crescita verticale: dai 10 iscritti iniziali ai 60 di oggi

28 Marzo 2025 Autore: Mattia Fabbro

L’inclusione come missione, lo sport come straordinario veicolo per raggiungere i propri obbiettivi. Questa la filosofia dell’Interclub Muggia, trainato sin dalla sua fondazione da una passione viscerale per la pallacanestro, in qualsiasi sua forma e volto. Legame con la palla a spicchi che, oggi, allarga anche i propri confini e abbandona la sola visione agonistica ed abbraccia quella sociale, cucendosi addosso la volontà di aiutare i più fragili. Come? Attraverso il progetto baskin, disciplina che, a dire il vero, parte dal basket e si evolve per aprirsi democraticamente a tutti coloro che ne abbiamo volontà. Afflitti o esenti da disabilità. Scoprendo la fisionomia più pura e preziosa dello sport e della competizione. Ne abbiamo parlato con Luca Birnberg, figura centrale del club rivierasco.

Ci descrivi il vostro progetto baskin?

Tutto nasce nel 2019, da un’idea sorta durante il torneo estivo Muggia Estate e grazie al preziosissimo input dei nostri amici di Padova, iscritti all’epoca alla competizione. Ci hanno fatto scoprire questo sport pazzesco e ce ne siamo perdutamente innamorati. Abbiamo cominciato così a muovere i primi passi, partendo con i tesseramenti dal 2020 e poi seguendo una scalata verticale che punta ancora a crescere. Ad oggi sta andando davvero molto bene e i numeri lo confermano: siamo passati dai 10 iscritti originali sino ai 60 giocatori della passata stagione, creando addirittura due squadre in due anni. Chiaramente, essendo uno sport aperto anche alle ragazze ed ai ragazzi disabili, il lavoro e le competenze da mettere in campo ogni giorno sono davvero tante. Devi essere allenatore, educatore e in grado di gestire complessità e necessità del caso. Riuscendo a rendere protagonisti tutti con la modifica dell’ambiente: la disabilità non deve in nessun modo rappresentare un problema, bensì deve essere l’abilità di ognuno a far performare al meglio l’atleta. Trovando il giusto equilibrio tra l’essere assistenzialista e normalizzante, ricordando sempre punti di forza e fragilità dei protagonisti in campo.

Come sta andando la stagione?

I risultati non stanno premiando il grandissimo lavoro che stiamo svolgendo in palestra ogni settimana, ma siamo davvero soddisfatti di quanto stiamo raccogliendo. Cresciamo ogni giorno tutti assieme e stiamo riuscendo a far passare un messaggio chiave: il baskin fa bene a tutti, abili e disabili, ed è uno sport vero che dal prossimo anno sarà praticato anche durante i Giochi della Gioventù.

Cosa pensi che serva per permettere al movimento di crescere ancora?

Bisogna fare un passaggio culturale e dare tempo al baskin di fare sempre più breccia nell’interesse delle persone. Sgomitando tra le discipline classiche e creandosi un cantuccio tra le scelte su quale sport fare. Siamo fiduciosi, stanno tutti facendo un grande lavoro per muoverci in questa direzione.


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