La continua e puerile ricerca di un capro espiatorio si sta trasformando in una sorta di caccia all'uomo virtuale per mezzo social (visto che poi allo stadio, anche per una partita importante, ci vanno più o meno sempre i soliti).
Roberto Bordin è stato da subito facile bersaglio di gran parte della tifoseria alabardata, soprattutto da tastiera. Il tecnico ha addosso il peccato originale di avere sostituito un allenatore stimato e ben voluto come Attilio Tesser. Ovviamente non ha scelto lui di esonerarlo ma tant'è, inutile addesso tornare su quanto accaduto qualche mese fa. Non stiamo dicendo che Bordin sia l'allenatore dei sogni e che non commetta errori, per carità. Ieri ha gestito male qualche situazione a livello di cambi (in particolare la mancata sostituzione di Redan, che non ne aveva più già a inizio ripresa, e la scelta di Ballarini invece di Celeghin o Fofana a centrocampo), ma va anche detto che la partita l'ha preparata bene (anche con scelte rischiose ma fruttuose, come rispolverare D'Urso e lo stesso Redan), perché nel primo tempo la Triestina ha dominato il Benevento e l'1-0 era vantaggio stretto dopo 45' tra i migliori dell'intera stagione.
Vai però a dirlo a quelli che hanno puntato l'allenatore con la capacità critica di un toro che va contro il drappo rosso del torero. Se è normale che un tecnico possa non piacere, vomitare addosso a una sola persona la delusione per una stagione che prometteva meglio è scorretto nel merito e poco rispettoso nel modo in cui avviene. Tanto più che sabato c'è ancora una partita da giocare e, stando a quanto visto ieri sera, con qualche carta da calare sul tavolo. Perché, con buona pace di chi vede complotti e “no i vol andar su” ovunque, al di là di secondi tempi sofferti e di difetti già noti, la squadra ha dimostrato di voler dire la sua. Quando calerà il sipario sul 2023/2024 si tireranno le somme, le strade tra la Triestina e Bordin si separeranno, arriverà un altro allenatore che nel giro di qualche mese verrà a sua volta messo nel tritacarne. E se non sarà lui, ci sarà qualche giocatore a fare da parafulmine o la società avrà trovato qualche altro motivo per “no andar su”: ormai li conosciamo i nostri polli.
Invece di riempire i social di commenti a senso unico, Trieste farebbe meglio a occupare il suo tempo in una riflessione su sé stessa e sul fatto che una partita di play-off ha avuto una cornice di pubblico ben misera. Dirette tv, prezzi rivedibili e altre scuse assortite ci sono anche altrove, eppure gli stadi di piazze paragonabili alla nostra sono praticamente sempre più pieni del “Rocco”. Tanto di cappello a chi c'era e ha sostenuto la squadra con un bel tifo per 90', meglio ancora se poi hanno evitato gli insulti al capro espiatorio di turno.